Il Pantheon e il foro più famoso di Roma

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Pantheon Roma

Il Pantheon è frutto di numerosi contributi architettonici che, negli anni, hanno gradualmente dato forma al meraviglioso tempio che oggi conosciamo. Dedicato al culto di tutti gli dei (Pan- tutti  Theon- divinità), chi entra in questa immensa struttura attraversa un portico o pronao che dà accesso diretto a una suggestiva e unica sala rotonda sovrastata da una cupola.

Ma quello chforo-pantheone rende il Pantheon famoso in tutto il mondo è soprattutto il foro centrale della cupola che,facendo filtrare i raggi del sole, illumina ogni suo angolo. La cupola è la più grande mai realizzata, con un diametro di 43,30 m, fu costruita in calcestruzzo e probabilmente riempiendo di terra il vuoto sottostante. Al sommo della cupola si apre un grande oculo con un diametro ci circa 9 m., unica fonte di luce (fatta eccezione per il portone di entrata) del tempio. Da qui entra un raggio di Sole che intercetta la superficie interna dell’edificio e su di essa forma una macchia di luce in punti e dimensioni diverse a seconda del momento della giornata e della stagione: la macchia descrive un percorso diverso per ogni giorno dell’anno ma si ripete, quasi uguale, ogni anno.

Un po’ di storia…

Il primo Pantheon è stato edificato dall’imperatore Agrippa in epoca augustea e completato nel 25 a.C. Luogo di costruzione fu il Campo Marzio, scelta probabilmente dovuta al fatto che Augusto volesse ricollegarsi idealmente a Romolo, fondatore di Roma, sarebbe qui infatti avvenuta la sua prodigiosa morte e ascensione in cielo. L’edificio sorgeva all’interno di un complesso che comprendeva anche le Terme, i Septa Julia, la Basilica di Nettuno e il portico degli Argonauti. L’edificio originale fu distrutto da un incendio nel 110 d.C. e ricostruito successivamente da Traiano e dal successore Adriano (tra il 118 e il 128 d.C.). Nonostante nel tempo si sia mantenuto il nome di Agrippa sul frontone del pronao, Adriano ha comunque apportato alcune modifiche particolari: la ricostruzione del portico, la struttura circolare della Sala e l’entrata verso nord (invece che a Sud come il primo Pantheon).

Questi interventi rivelano particolarità che non tutti conoscono: il 21 aprile, giorno del natale di Roma, alle ore 12, il fascio di luce che entra dalla cupola cade esattamente sul portone illuminando chiunque entra e, se i  predecessori Augusto e Nerone avevano semplicemente posto le proprie statue a presidiare le costruzioni, Adriano invece si trova Sud (dove oggi c’è l’altare) proprio sotto il Sole, metafora del suo potere.

La conservazione del Pantheon è stata possibile solo grazie alla trasformazione dell’edificio in chiesa, proprio nel momento decisivo del passaggio dalla città antica e pagana alla città nuova e cristiana. Nel 608 papa Bonifacio IV fece collocare nel Pantheon le ossa di molti martiri prelevate dalle catacombe cristiane ed il tempio passò ufficialmente al Cristianesimo con il nome di Santa Maria ad Martyres. Nel 1870 è divenuto sacrario dei re d’Italia, e accoglie, le spoglie di Vittorio Emanuele II, Umberto I e Margherita di Savoia, oltre a quelle dell’artista Raffaello Sanzio.

Il Pantheon e i numeri

All’interno del Pantheon, diverse sono le scelte numeriche che rimandano a precise simbologie: infatti è possibile scandire 16 divisioni, come da tradizione etrusca, e individuare le quattro regioni considerate dai romani e in generale da loro segnate attraverso il cardo e il decumano. Nel perimetro si aprono 7 nicchie che il Momsen attribuisce al culto dei sette dei planetari: Mercurio, Venere, la Luna, il Sole, Marte, Giove e Saturno a cui il tempio era in origine dedicato. Sette è un numero che si ripete in astronomia: sette sono anche le stelle principali della costellazione dell’Orsa Maggiore che ruota intorno al Polo Nord Celeste: i “septem triones” da cui la parola “settentrione”, la parte a Nord dello spazio.

La sfera del Pantheon è divisa, all’interno, in 28 meridiani, rappresentati da cassettoni in cui è scandita la cupola, che sono ventotto per ognuna della circonferenze sovrapposte; il numero ventotto è associato anche al ciclo della Luna di 28 giorni, ma è anche un numero che ha in sé particolari caratteristiche numerologiche. Ventotto è infatti un numero perfetto che si ottiene come somma dei suoi divisori: 28= 1+2+4+7+14 ma è anche pari alla somma dei primi 7 numeri interi 28= 1+2+3+4+5+6+7. Il numero cinque delle circonferenze di cassettoni che si trovano nella cupola era associato dai Pitagorici a Venere per precisi motivi astronomici: infatti è lo stesso numero dei pianeti osservabili a occhio nudo – Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno – che con il Sole – cui è dedicata la circonferenza dell’occhio della cupola stessa – e la Luna – ricordata dal numero 28 dei cassettoni – costituiscono i sette corpi erranti del sistema del mondo degli antichi.

Curiosità

E’ vero che quando piove l’acqua non entra nel Pantheon nonostante l’apertura del foro centrale? Quando piove, l’apertura crea un “effetto camino” cioè una corrente d’aria ascensionale che porta alla frantumazione delle gocce d’acqua. Così, anche quando la pioggia fuori è battente, la sensazione è che all’interno piova meno, sensazione rafforzata dal fatto che i fori di drenaggio sia centrali che laterali sul pavimento impediscono il formarsi di pozzanghere.

D.M.

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