È una delle località più apprezzate per le sue acque termali, i cui benefici sono conosciuti e riconosciuti da oltre due millenni, basti pensare che furono i Romani a fondarla, nel II secolo a.C., proprio per la presenza di ricche sorgenti termali. Da allora, la città basa la sua stessa esistenza su questa specificità, da cui trae anche il proprio nome: stiamo parlando di Acqui Terme, una delle perle della provincia di Alessandria e dell’intero Piemonte.
Non c’è guida turistica, infatti, che si sottragga dal citarla tra le dieci-venti mete assolutamente da non perdere quando si visita questa regione. E il motivo è presto detto. In un centro di estensione relativamente piccolo, conta infatti poco meno di 20 mila abitanti, troviamo attrazioni uniche, la cui presenza è dovuta alla lunga storia di questa città.
Fondata, come già detto, dai Romani, che la ribattezzarono con il nome di Acquae Statiellae, assunse il toponimo attuale in seguito a un decreto del Presidente della Repubblica del 16 marzo 1956, che accolse le richieste del Consiglio comunale, il quale aveva chiesto di aggiungere la parola Terme alla denominazione di Acqui. Ma vediamo quali sono i luoghi principali della bellissima cittadina alessandrina.
Il più noto è senza dubbio La Bollente che, come evidenzia il nome stesso, è una fontana dalla quale sgorga acqua curativa alla temperatura di 74,5°C. Per estensione, il nome di Bollente è assunto anche dalla bellissima edicola marmorea che circonda la fonte, realizzata da Giovanni Ceruti nel 1879, e dall’intera piazza. Un’antica leggenda, priva di fondamento, narra che i bambini appena nati venissero immersi in quest’acqua caldissima e, solo qualora ne fossero usciti vivi, avrebbero potuto essere definiti dei veri acquesi.
Fondamentale è, ovviamente, una visita alle terme che, come detto in precedenza, erano già conosciute da tempi remoti. Le prime citazioni scritte risalgono agli storici romani Plinio il Vecchio e Strabone. Al giorno d’oggi, gli stabilimenti termali sono due: il primo è aperto tutto l’anno ed è collegato all’Hotel Nuove Terme, nel centro storico della città; il secondo si trova, invece, in zona Bagni ed è anch’esso un hotel, il Regina (questo stabilimento è aperto soltanto da aprile a novembre).
Altro luogo di interesse, da non perdere assolutamente, è l’Acquedotto Romano, uno dei meglio conservati dell’intero Piemonte. Esso può essere suddiviso in due parti, una delle quali è parecchio danneggiata. Quella meglio conservata è visibile dal ponte Carlo Alberto sul fiume Bormida, ma si può anche scendere a dargli un’occhiata più da vicino attraverso una passerella e delle scale poste subito dopo il ponte. La struttura, che risale all’età imperiale, era originariamente lunga circa 13 km ed era in gran parte sotterranea, tranne che nell’area in cui la possiamo ammirare ancora oggi, dove sovrastava il corso d’acqua. In questo punto, possiamo osservare sette pilastri, cinque dei quali sono ancora in grado di sorreggere quattro archi perfettamente conservati.
Rimanendo in epoca romana, merita una visita anche la cosiddetta Fonte fredda dell’Acqua Marcia, una fontana dalla quale fuoriesce acqua solforosa le cui proprietà curative sono quelle tipiche delle acque diuretiche. Alla fonte si può accedere liberamente, potendo ammirare il suo stile neoclassico e senza farsi impressionare dal forte odore di zolfo.
Si è ormai capito che tutto in questa città rimanda all’epoca dell’Impero Romano. Non da meno sono i resti dell’antica piscina del calidarium di un più vasto impianto termale, riemersi durante una campagna di scavi del 1913. I resti di questa antica piscina sono ubicati nei pressi dell’attuale Corso Bagni, immediatamente a sud dell’Hotel Nuove Terme e, come detto, comprendono solo una minima parte di un impianto dalle dimensioni considerevoli. Essa presenta una forma rettangolare ed è scavata direttamente nella roccia, mentre l’acqua al suo interno arrivava forse direttamente dalla sorgente della “Bollente”. Doveva svolgere, all’interno dell’impianto termale, la funzione di grande calidarium, un ambiente riscaldato artificialmente in cui prendere bagni caldi. Il sito è visitabile, nel periodo estivo, da mercoledì a domenica dalle 17.00 alle 19.00, mentre nel periodo invernale da mercoledì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e sabato e domenica dalle 15.30 alle 17.30.
Di epoca poco più recente è il Castello dei Paleologi, all’interno del quale troviamo il Museo Archeologico, che espone resti di epoca pre-romana, romana e medievale rinvenuti nella zona di Acqui Terme. L’origine della struttura non è ben nota, anche se alcuni scritti in merito risalgono a pochi decenni dopo l’anno Mille. Il nome, però, si deve a Guglielmo VII Paleologo, che si occupò del rifacimento del castello sul finire del XV secolo. Durante il periodo estivo il museo è aperto dal mercoledì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00; durante il periodo invernale da mercoledì a sabato dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 17.00, mentre la domenica dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 17.30. Maggiori informazioni sul sito www.acquimusei.it o chiamando i numeri 014457555 e 0144770272.
Passando all’architettura religiosa, di grande interesse è il Duomo, o Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificato a partire dal X secolo e consacrato nel 1067 da San Guido d’Acqui. La struttura è a croce latina, suddivisa in cinque navate. Da ammirare, al suo interno, il portale maggiore, il pulpito e il battistero. Le opere di maggiore interesse sono, tuttavia, l’altare barocco dedicato a san Guido d’Acqui e soprattutto il trittico della Madonna di Monserrat, realizzato nel 1480 dal pittore catalano Bartolomeo Bermejo. La Chiesa è visitabile tutti i giorni dalle 7.30 alle 11.20 e dalle 15.00 alle 18.30, mentre il trittico solo dalle 16.00 alle 18.00.
A poca distanza dalla Bollente sorge la Chiesa di San Francesco, anticamente collegata a un convento francescano di cui permangono due chiostri quattrocenteschi. Il primo nucleo della struttura risale al XIII secolo, ma essa venne quasi integralmente ricostruita in stile neoclassico intorno alla metà dell’Ottocento. Di notevole pregio sono il portone ligneo dello scultore Giulio Monteverde e diversi dipinti che ritraggono l’Adorazione dei Magi, l’Immacolata Concezione e la Madonna col Bambino tra San Francesco d’Assisi e S. Antonio da Padova.
Per quanto riguarda le architetture civili, il palazzo più importante della città è Palazzo Robellini, realizzato alla fine del Cinquecento per volere di Giovanni Antonio Robellini. Oggi le sue stanze ospitano spesso mostre comunali, nonché l’Assessorato al Turismo e alla Cultura, mentre nelle vecchie cantine è ubicata l’Enoteca Regionale, il cui scopo è sì quello di mostrare tutti gli straordinari vini del Piemonte, ma soprattutto di esaltare quelli del territorio di Acqui Terme.
Non molto distante dal centro abitato troviamo, infine, Villa Ottolenghi, praticamente una casa della cultura, il cui Complesso di Monterosso è stato premiato dall’European Garden Award 2011. La villa è stata realizzata nel 1920 dai conti Ottolenghi, dei veri e propri mecenati, che portarono a operare al suo interno artisti del calibro di Arturo Martini, Venanzo Crocetti, Fiore Martelli e Ferruccio Ferrazzi. Dal parco, inoltre, è possibile ammirare di una splendida vista sull’intero abitato di Acqui Terme. La villa è visitabile ogni martedì pomeriggio da aprile a ottobre. Per chi non fosse automunito, è presente una navetta da otto posti per le visite guidate che parte da Piazza Levi.
Antonio Bellantoni