Oggi vi portiamo a scoprire un angolo di Calabria in cui uno splendido mare fa da cornice a un luogo ricco di storia. Sibari, in provincia di Cosenza, sin dai tempi dei Greci e dei Romani era conosciuta come una delle colonie più ricche e potenti, grazie a un territorio fertile e al carattere vivace dei suoi abitanti che non rinunciavano a feste, divertimento, sfarzo e buona cucina. Non è un caso che sia stata una delle località più importanti del Sud Italia e di quella Magna Grecia che per secoli ha rappresentato la culla della civiltà.
Il ricco passato di Sibari
Fondata dagli Achei che raggiunsero la costa ionica calabrese tra il 720 e il 710 a.C., grazie a un territorio ideale per coltivare cereali e vigneti la piana compresa fra i fiumi Crati e Sibari rappresentò sin da subito il luogo ideale in cui stabilirsi, diventando in breve tempo una delle colonie più ricche. Ricchi banchetti, feste, lusso e una vita dedita al piacere non erano viste di buon occhio dalle località confinanti, tanto che Crotone decise di attaccare Sibari: dal 520 al 510 a.C. gli scontri furono duri e accesi, fino alla vittoria dei crotonesi guidati da Milone che, deviando il corso del fiume Crati, la fecero sommergere dalle acque. Da quell’episodio in poi la storia di Sibari ha conosciuto varie vicissitudini, dalla fondazione di Turi nel 444 a.C. alla successiva nascita della colonia romana di Copia, nel 193 a.C., i cui resti sono tuttora visibili e sovrapposti nell’area archeologica degli Scavi di Sibari.
Nomi, città, fiumi e leggende
Si pensa che il nome derivi da quello di un giovane pastore (khratis) venerato a Sibari che, secondo la leggenda, si era innamorato della più bella capra del suo gregge: ucciso nel sonno da un ariete geloso, gli abitanti lo seppellirono vicino al corso d’acqua dove era avvenuta la tragedia, che prese il nome di Khratis. La leggenda narra ancora che la capra amata, dopo qualche tempo, partorì un bambino dalle gambe caprine che, ritenuto una divinità, fu adorato come un dio delle foreste e delle valli.
Altro racconto legato al nome del fiume Crati è quello della presunta sepoltura, proprio nel punto di confluenza fra questo fiume e l’affluente Busento, di Alarico I°, re dei visigoti dal 395 d.C. fino alla sua morte (410). Alarico marciò per la terza volta su Roma, la prese e la saccheggiò per tre giorni (il celebre Sacco di Roma): i Visigoti lasciarono Roma carichi di bottino e Alarico si diresse a Reggio, dove preparò una flotta. Ma una tempesta disperse e affondò le navi, costringendo Alarico a dirigersi a nord ma, giunto a Cosenza, si ammalò e morì. Secondo la leggenda venne seppellito con i suoi tesori in terra calabrese, in un punto non meglio precisato fra i due fiumi (Crati e Busento) e gli schiavi, che avevano lavorato alla temporanea deviazione del corso del fiume, furono uccisi perché fosse mantenuto il segreto sul luogo esatto della sepoltura.
Cosa fare a Sibari
La storia di Sibari ci porta a consigliarvi per prima cosa una visita al Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, luogo in cui è conservato il ricordo del periodo d’oro della città, e naturalmente gli Scavi archeologici, con i famosi mosaici pavimentali. Chi decide di trascorrere le proprie vacanze in Calabria può facilmente unire cultura e relax, approfittando di luoghi come la spiaggia della Marina di Sibari o i Laghi, ideali per trascorrere tranquille giornate in famiglia o dedicarsi alle diverse attività sportive e non che il territorio offre. Per gli amanti dell’avventura e del divertimento non può mancare una capatina a Sibari Avventura, un parco con oltre 2 km di percorsi, ideale per tutta la famiglia, mentre per chi è in cerca di relax non può mancare una sosta alle Terme. Infine, uno sport a cui nessun turista sa rinunciare è quello di alzare bene il coltello e la forchetta e – ne siamo sicuri – in un posto come questo l’allenamento non vi mancherà!
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